Aderenza alla terapia dopo il trapianto d’organo.

Il termine aderenza richiama quello di una stretta coesione, e nella terminologia della fisica indica addirittura una forza che si oppone allo scorrimento di due superfici poste a contatto. In Medicina questa parola esprime in maniera efficace e si potrebbe dire quasi visiva un concetto di notevole importanza pratica: la fedeltà alle prescrizioni del medico, che non riguardano soltanto l’assunzione di eventuali farmaci ma anche l’esecuzione di esami diagnostici, l’attuazione di un particolare regime alimentare e il rispetto di opportuni stili di vita.
Va da sé che l’aderenza è un “dovere” per ogni paziente: l’efficacia e i risultati di un trattamento, infatti, prima ancora che dalla risposta del paziente, dipendono dallo zelo con cui egli si attiene al programma terapeutico nelle sue varie fasi.

Prima del trapianto d’organo.
L’aderenza non dovrebbe mai venire meno. Prima del trapianto l’obiettivo principale è mantenere lo stato di salute per poter affrontare l’intervento nelle condizioni ottimali con particolare riguardo all’assetto nutrizionale, alla funzione immunitaria e all’equilibrio metabolico. Naturalmente ogni situazione può avere esigenze specifiche, per cui, oltre a controlli periodici, potrebbero essere di particolare rilevanza indicazioni o restrizioni dietetiche, integrazioni nutrizionali e precauzioni comportamentali. Poiché il trapianto il più delle volte non è programmabile, essendo subordinato alla disponibilità di un organo compatibile, è fondamentale che l’aderenza sia mantenuta costantemente. Una buona regola è quella di segnalare al medico di riferimento qualsiasi difficoltà o evento avverso, in modo da trovare la soluzione più consona.

Dopo il trapianto d’organo.
Una volta effettuato l’intervento, l’aderenza è mirata a salvaguardare l’integrità e la funzione dell’organo trapiantato. Ancora una volta, perciò, è necessario mantenere uno stile di vita adeguato e sottoporsi ai vari accertamenti previsti dal programma di follow-up. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, va sottolineata l’importanza di rispettare le indicazioni relativamente ai farmaci immunosoppressori, che dovranno essere assunti per tutta la vita ma solitamente a dosaggio più elevato nelle prime settimane dopo il trapianto. Va ricordato che in tale contesto “aderenza” non significa soltanto regolarità e rispetto dei dosaggi, ma anche attenzione all’eventuale comparsa di episodi di vomito, che possono vanificare una somministrazione e richiedere un intervento ad hoc. Ecco perché il medico deve essere costantemente informato sull’andamento sia della terapia sia delle condizioni generali del paziente.

Un ulteriore aspetto da tenere sempre in considerazione è la necessità di terapie concomitanti: per esempio gli immunosoppressori possono favorire l’insorgenza di infezioni che, a loro volta, richiedono una terapia specifica e mirata sia a circoscrivere i sintomi sia a contrastare le cause (per esempio un antibiotico). In questi casi il medico fornirà le necessarie raccomandazioni per evitare le possibili interazioni tra farmaci e l’insorgenza di effetti indesiderati.

Suggerimenti e strumenti pratici per l’aderenza alla terapia post-trapianto.
Non è facile stimare l’aderenza, anche se sono disponibili vari metodi (per esempio osservazione diretta dell’assunzione del farmaco, misura della concentrazione del farmaco nel sangue o nelle urine, questionari, contapillole, diari).
Fondamentale, in ogni caso, è il ruolo del medico, che, per quanto possibile, dovrebbe mantenere un atteggiamento proattivo, adattare, se necessario, gli schemi terapeutici (per esempio semplificandoli) e potenziare la comunicazione e il rapporto fiduciario con il paziente.
A quest’ultimo spetta l’onere di rispettare le prescrizioni ma anche di sottoporre eventuali dubbi o quesiti, per non lasciarsi prendere dall’ansia e incorrere magari nella tentazione di sospendere o modificare arbitrariamente il trattamento. Per mantenere l’aderenza è dunque fondamentale che il paziente sia:

  • informato sulle insidie da evitare

  • preavvertito di eventuali effetti collaterali

  • consapevole degli obiettivi da raggiungere

  • coinvolto nella scelta della terapia e motivato a seguirla

  • invitato a rivolgersi al medico per qualsiasi necessità (da evitare è la modifica di una posologia, la sospensione di una terapia e altre iniziative arbitrarie).

Consigli pratici per seguire la terapia post-trapianto.
Stratagemmi per facilitare l’aderenza sono:

  • tenere un diario giornaliero, utile anche per annotare valori (per esempio di peso, pressione e/o glicemia) e promemoria vari
  • puntare una sveglia (o il proprio orologio, se dotato di allarme) che ricorda il momento di assumere i farmaci; in alternativa si può demandare il compito a un familiare
  • segnare sul calendario quando occorrerà una nuova confezione di ciascun farmaco (se l’aderenza sarà stata massima in quel giorno si dovrà passare a una confezione nuova) e quando si dovrà fare un esame di controllo
  • tenere in bella vista un promemoria con lo schema giornaliero di tutte le compresse da assumere
  • acquistare maggiore dimestichezza con i farmaci attribuendo ad essi un nome di fantasia
  • mantenere sempre in ordine la documentazione sanitaria e le varie prescrizioni
  • sapere come comportarsi in caso di dimenticanza di una dose, comparsa di effetti indesiderati o necessità di assumere altri farmaci.

Tra le varie strategie non soltanto per misurare ma anche e soprattutto per promuovere l’aderenza ritroviamo anche alcuni dispositivi elettronici: sono indubbiamente utili e permettono di identificare alcune barriere all’aderenza anche se la loro applicazione su vasta scala è limitata dai costi spesso elevati, per quanto forse destinati a ridursi o a rientrare nelle politiche di rimborso dei farmaci associati. Si tratta della cosiddetta “e-Health”, che si avvale di tecnologie all’avanguardia derivate da diverse scienze, quali per esempio informatica, ingegneria biomedica ed elettrica e consente la raccolta e conservazione di vari dati (parametri biometrici, parametri vitali e così via) e la trasmissione degli stessi dal paziente al curante e viceversa, tramite smartphone, tablet e computer.

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