IL TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI
EMOPOIETICHE: STORIA E INDICAZIONI
TERAPEUTICHE

Alessandro Busca, SSD Trapianto Cellule Staminali, AOU Città della Salute e della Scienza. Torino.

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche (TCSE) rappresenta oggi una terapia d’avanguardia che trova un suo preciso collocamento nella strategia terapeutica di molte malattie ematologiche dell’adulto e del bambino.

I primi tentativi di impiegare il TCSE risalgono alla fine del 1800 allorchè il midollo osseo venne somministrato per via orale in pazienti affetti da leucemia, mentre la prima somministrazione endovenosa fu eseguita da Osgood
nel 1939.

La storia moderna del TCSE nasce agli inizi degli anni ’50 grazie agli studi di Lorenz che dimostrò come animali sottoposti a una dose di radiazioni potenzialmente letale fossero protetti, con l’infusione del midollo osseo, dalla perdita irreversibile delle cellule dalle quali si sviluppano i globuli rossi, i globuli bianchi e/o le piastrine: questi esperimenti dimostrarono in modo inequivocabile che il midollo osseo conteneva le cellule staminali in grado di assicurarne la ricostituzione conseguentemente al danno. I primi trapianti di cellule staminali da donatore risalgono agli inizi degli anni ’60, il primo trapianto con cellule provenienti dallo stesso individuo (trapianto autologo) fu eseguito in un paziente leucemico nel 1977, mentre 10 anni più tardi circa, furono eseguiti i primi trapianti
di cellule staminali periferiche autologhe.

Il TCSE consiste nella totale rimozione dei precursori delle cellule del sangue presenti nel midollo osseeo del paziente mediante la somministrazione di radioterapia/chemioterapia a dosi sovramassimali; il successsivo ripristino delle normali funzioni emopoietiche midollari avviene grazie all’infusione di cellule staminali rese disponibili da un donatore idoneo: nel trapianto autologo le cellule staminali vengono prelevate al paziente stesso che pertanto risulta essere donatore e ricevente al medesimo tempo; nel trapianto allogenico il donatore può essere un familiare compatibile oppure un donatore volontario reclutato presso i registri di donatori di midollo osseo; nel caso di trapianto singenico, il donatore è il gemello mono-ovulare del ricevente.

Il trapianto allogenico viene impiegato nel caso di alterazioni severe del compartimento staminale che possono manifestarsi sotto forma di:

riduzione quantitativa del compartimento staminale, come si verifica nel caso della perdita delle cellule del midollo

alterazione qualitativa del compartimento staminale, come nel caso di leucemie e neoplasie del sistema emopoietico

difetto congenito, come nel caso delle talassemie.

Le principali indicazioni per cui viene eseguito un TCSE in Italia sono le leucemie acute (leucemia mieloide acuta
e leucemia linfoblastica acuta), le mielodisplasie ed i linfomi. Ogni anno in italia vengono eseguiti
circa 1900 TCSE allogenici

Alessandro Busca