La terapia immunosoppressiva post-trapianto e il rischio di infezioni

Dott. David Bennett

Le infezioni giocano un ruolo fondamentale per la buona riuscita del trapianto polmonare. Rispetto ai pazienti sottoposti a trapianto di altri organi solidi (SOT), i pazienti con trapianto polmonare risultano essere a maggior rischio di sviluppare infezioni batteriche, virali, parassitarie o fungine.

Ma quali sono i fattori che determinano questa maggior suscettibilità infettiva?

1. La terapia antirigetto con farmaci che riducono la risposta immunitaria

2. Le caratteristiche del trapianto polmonare tra cui il fatto che il polmone è l’unico organo a diretto contatto con l’ambiente esterno.

Le infezioni batteriche sono le più frequenti complicanze dopo il trapianto di polmone, da sole rappresentano oltre il 50% di tutte gli episodi infettivi. Colpiscono prevalentemente il tratto respiratorio e la polmonite rimane la più frequente infezione batterica. Il rischio di contrarre un’infezione batterica è maggiore durante le prime 3 settimane dal trapianto.

Per quanto riguarda le infezioni virali, queste rappresentano circa un terzo delle infezioni dopo il trapianto polmonare.

Il citomegalovirus (CMV) è il più frequente agente virale riscontrato dopo il trapianto.
Nei pazienti immunodepressi, l’infezione da CMV può essere
asintomatica,
o presentarsi come
sindrome da CMV (febbre, malessere, anomala riduzione dei globuli bianchi e delle piastrine nel sangue, aumento degli enzimi epatici, ecc.)
malattia specifica d’organo da CMV (polmonite, gastroenterite, epatite, ecc.).

Tra gli effetti indiretti sull’organo trapiantato, il CMV è riconosciuto come un importante fattore di rischio per il rigetto cronico, la principale causa di mortalità nei pazienti con trapianto di polmone.

Esistono differenti strategie per prevenire la malattia da CMV dopo il trapianto. Attualmente, le linee guida internazionali suggeriscono l’utilizzo di farmaci antivirali per un periodo di 6-12 mesi dopo il trapianto di polmone eventualmente associati a anticorpi specifici per il CMV.

Per quanto concerne le infezioni fungine, è stato riportato che fino al 9% dei pazienti sottoposti a trapianto polmonare sviluppino un’infezione fungina invasiva nel primo anno dopo il trapianto.

In conclusione, le infezioni hanno un impatto determinante sull’andamento del trapianto di polmone, molti sono i fattori da tenere in considerazione, tra cui il tempo trascorso dal trapianto. L’attenta valutazione con un approccio personalizzato e basato su specifici test di laboratorio e con l’ausilio dell’imaging radiologico e patologico è fondamentale per ridurre la morbidità e mortalità derivante delle infezioni post-trapianto di polmone.

David Bennett