Trapianto di rene: quando è necessario, come si svolge, quali i tempi di ripresa.

Dottoressa Giorgia Comai, U.O. Nefrologia, Dialisi e Trapianto, IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna.

Il trapianto di rene rappresenta la miglior terapia per i pazienti affetti da malattia renale cronica terminale, condizione patologica che determina una perdita irreversibile della funzionalità renale fino al completo esaurimento funzionale. Diverse sono le condizioni che possono colpire i reni e causare e malattia renale cronica dando inizio alla necessità di un trattamento che ne sostituisca la funzione. I trattamenti sostitutivi della funzione renale possono essere artificiali, come nel caso della dialisi (procedimento finalizzato alla rimozione delle scorie prodotte dall’organismo e l’eccesso di liquido dal sangue), condotta collegando il paziente alla macchina per la dialisi mediante due ago-cannule inserite nel braccio, nell’emodialisi, o mediante un catetere applicato subito al di sotto dell’ombelico, nella dialisi peritoneale, oppure naturali come nel caso del trapianto.

Possono essere candidati al trapianto:

  • i pazienti che hanno una funzionalità renale compromessa con una velocità di filtrazione glomerulare (VFG) inferiore a 15 ml/min, oppure
  • i pazienti che hanno già iniziato il trattamento sostitutivo artificiale.

Un trapianto può essere eseguito prima dell’inizio della dialisi, questo tipo di trapianto è chiamato pre-emptive, oppure dopo l’inizio del trattamento dialitico.

Esistono due principali tipologie di trapianto:

  • il trapianto da donatore vivente (approfondiremo tale tematica prossimamente)
  • il trapianto da donatore deceduto

Per poter effettuare il trapianto ogni persona deve iscriversi nella lista d’attesa di due centri trapianto, uno della regione di appartenenza e uno di un’altra regione a scelta del paziente. L’idoneità all’iscrizione in lista avviene dopo l’esecuzione di esami del sangue e strumentali che vengono poi valutati dal team multidisciplinare del centro trapianti che comprende il nefrologo, il chirurgo e l’anestesista.

Una volta inseriti in lista d’attesa si attende l’arrivo del donatore compatibile. Nel centro di Trapianti di Rene di Bologna il tempo medio di attesa è di circa 2 anni.

Quando si rende disponibile un donatore, il centro trapianti si attiva per chiamare il paziente che viene selezionato come primo della lista in relazione agli attuali criteri nazionali. Il paziente selezionato dovrà quindi recarsi entro poche ore presso il centro trapianti per eseguire gli accertamenti che permetteranno poi di confermare l’idoneità al trapianto ed essere quindi inviato in sala operatoria.

La chiamata arriva improvvisamente, nella maggior parte dei casi di sera o notte e spesso crea forte emozione. È pertanto auspicabile che tutte le persone in lista, con l’aiuto del centro trapianti e del proprio nefrologo di fiducia, siano preparate a tale evento, per esempio tenendo già pronta una valigia con il necessario per la degenza in ospedale o avendo pianificato il viaggio verso il centro trapianti, in particolare per chi risiede in una regione diversa. In genere è necessario eseguire una seduta emodialitica aggiuntiva prima del trapianto.

Il percorso del trapianto si caratterizza poi per l’esecuzione dell’intervento chirurgico e la successiva degenza nel reparto trapianti per un periodo medio di circa 10 giorni. In alcuni casi, circa il 40%, il rene trapiantato può non riprendere subito la sua funzionalità e pertanto può rendersi necessaria l’esecuzione di una o più sedute di dialisi.

Dal punto di vista della ripresa fisica è importantissimo alzarsi dal letto il prima possibile (anche già in prima o seconda giornata post-operatoria) per evitare le complicanze legate all’allettamento. È molto importante indossare una pancera addominale appena ci si alza dal letto. Normalmente la ripresa graduale dell’alimentazione avviene dopo 2 giorni con una dieta leggera e poi dopo 4 giorni con una dieta normale. Nelle prime giornate post-operatorie sarà mantenuto in sede il catetere vescicale associato o meno ad un drenaggio addominale che vengono generalmente rimossi dopo un periodo variabile tra i 5 e i 10 giorni in relazione alla tipologia di trapianto e alle caratteristiche del paziente.

Al termine del ricovero, quando si viene dimessi dall’ospedale, inizia la fase di convalescenza a domicilio. Tale periodo è caratterizzato da 2 periodi principali: i primi 3 mesi post trapianto dove è generalmente suggerita l’astensione dall’attività lavorativa ed è consigliabile eseguire una vita riguardata, senza la frequentazione di luoghi affollati e con la ripresa di una modica attività fisica. Tutto questo in relazione al maggior rischio infettivo relato alla terapia antirigetto.

Il secondo periodo, dal 3° mese in avanti, si caratterizza poi per una graduale ripresa della vita normale sia in termini lavorativi o scolastici sia di attività fisica e di vita sociale. Grandissima attenzione in tutte le fasi va posta all’assunzione della terapia in particolare quella antirigetto e all’applicazione di uno stile di vita sano sia dal punto di vista alimentare che di attività fisica. È assolutamente vietato fumare. Sarà molto importante effettuare i periodici controlli che verranno indicati dal centro trapianti congiuntamente al centro nefrologico di riferimento del paziente al fine di monitorare il buon andamento del trapianto e la buona ripresa fisica generale.

Giorgia Comai